IL SETTIMO FIGLIO di Arni Thorarinsson

Questa settimana sono stata felice di viaggiare almeno con l’immaginazione verso l’Islanda, un contesto ambientale unico, e l’ho fatto attraverso le pagine del nuovo noir di  Árni Thórarinsson intitolato Il settimo figlio, pubblicato recentemente da Edizioni del Capricorno.recensione Giorgio Manganelli, approdato in questa terra negli anni Settanta come inviato del quotidiano “La Stampa” a proposito scrive: “Questa terra è inquieta e inquietante. E tuttavia su questa isola-pianeta l’uomo, che ha qualcosa dell’ospite, vive una sua vita difficile, intensa, unica”. Certo da allora molte cose sono cambiate, ma il contesto paesaggistico nella sostanza mantiene le sue particolari e uniche peculiarità. Ho fatto questa doverosa premessa per condividere la sensazione e il clima che si crea leggendo le pagine de Il settimo figlio. L’ambientazione infatti rappresenta un contorno speciale e suggestivo all’appassionante storia. Interessante la breve, ma efficace descrizione con la quale l’autore racconta l’arrivo del protagonista presso i Fiordi Occidentali la cui superficie: ” è increspata e scintilla. Ricorda le scaglie dei pesci che per anni hanno assicurato la sussistenza dei nuclei abitati sotto di noi, e che adesso sono stati letteralmente strappati di bocca. Il panorama dai tratti sbozzati è impressionante: valli glaciali che s’incuneano nei fiordi, i monti scoscesi e le ondulazioni che scendono verso il mare, coperte di neve come caramelle rivestite di zucchero avelo.”.fiordo occidentale Il romanzo racconta le vicende di Einar, giornalista de La Gazzetta della Sera che lavora presso l’agenzia di Akureyri. Convocato nella capitale Reykiavik presso la sede centrale, gli viene comunicato che da allora in poi sarebbe diventato una specie di giornalista itinerante il cui incarico è quello di seguire l’attualità e l’evoluzione delle cose lungo il perimetro che va dalla penisola di Snaefellsnes fino alla regione della capitale, cominciando dai Fiordi Occidentali, una zona sferzata dal calo della popolazione, la disoccupazione, la mancanza di prospettive e i tagli alle quote di pesca. Dal momento che è stato mandato là, Einar comincia ad interessarsi all’unica notizia degna di nota che gli si propone: quella relativa ad un’antica casa del centro bruciata e alla profanazione di una tomba locale, due eventi apparentemente slegati che, come scoprirà molto presto, sono accomunati in realtà da una bizzarra quanto misteriosa coincidenza. Einar si butta sul suo lavoro di cronista con il solito impeto, portando a galla inquietanti verità e torbidi inganni che metteranno in serio pericolo la sua vita…

Il settimo figlio è il secondo romanzo di Arni Thorarinsson della serie dedicata al cronista Einar, e pubblicato da Edizioni del Capricorno. Qui sul blog ho già letto e recensito per voi l’appassionante Il tempo della strega. Adoro il protagonista Einar, soprattutto per la sua curiosità, per la sete di informazioni che lo divora come una malattia grave e che soffoca ogni sua capacità di raziocinio. Vive nell’ossessione di frugare nella vita privata di gente sconosciuta. Gli sembra più facile mettersi nei panni altrui e risolverne i problemi, piuttosto che dedicarsi alle sue cose. Preferisce fuggire invece di affrontare situazioni complicate, come la sua relazione con Margrét. In questo libro della serie infatti, Einar si trova a dover fare i conti con numerosi grattacapi, tra i quali il difficile rapporto con la compagna Margrét, che spinge per dare una svolta seria alla loro relazione, un gruppo di adolescenti Goth e il loro universo mentale, e un integerrimo politico giustiziato con una repentina mossa marziale.  I dialoghi sono resi magistralmente: semplici, talvolta ironici, sempre brillanti. L’autore riconferma anche in questo lavoro, la sua capacità di imbastire delle storie coinvolgenti e di ammantarle di suggestive atmosfere, colori particolari, ironia e stralci di brani musicali. Un romanzo indimenticabile per i lettori più esigenti.   Simply good!

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